Chi non ha mai sentito parlare della Mosca Tse Tse? Qualcuno forse potrebbe associare il nome ad un gruppo musicale argentino ma in realtà si tratta di un insetto tropicale diffuso principalmente nel continente africano e parzialmente in America del sud.
Il nome scientifico della mosca tse tse è Glossina Palpalis, questo insetto è responsabile di una malattia assai diffusa chiamata Tripanosomiasi, detta anche malattia del sonno in quanto tra i suoi sintomi più caratteristici, specialmente nella fase avanzata, c’è una eclatante sonnolenza.
Non tutte le mosche tse tse sono infettanti ed è bene ricordare anche che la malattia può essere trasmessa anche da un altro animale infetto o da un essere umano.
La malattia è diffusa in quasi tutto il continente africano, con qualche accentramento in Gambia (da cui il nome del parassita più attivo in questa zona (il Tripanosoma Brucei Gambiens) , ma anche in Uganda dove è possibile che i interi villaggi rurali siano colpiti sia da Tripanosomia Gambiens che Tripanosomia Rhodiense, più diffusa in africa orientale e responsabile di una patologia più acuta e dal decorso rapido.
SINTOMI
Sfortunatamente i sintomi di questa malattia possono rimanere latenti anche per mesi e anni prima di manifestarsi così come lunga è la durata della malattia.
La malattia presenta due fasi: la PRIMA FASE, quella febbrile o infettiva, e la SECONDA FASE, quella in cui la malattia va a colpire il sistema nervoso intaccando le cellule del cervello, ovvero il virus si impossessa della “testa”.
I principali sintomi sono:
PRIMA FASE
SECONDA FASE
CONTAGIO
Il contagio avviene per trasmissione verticale, tramite rapporti sessuali e tramite il contatto con sangue infetto, oppure direttamente attraverso il morso della mosca tse tse infetta dal parassita.
DIAGNOSI
Gli esami più comunemente utilizzati per diagnosticare la malattia sono lo striscio di sangue, test del liquor, aspirati linfonodali e test emocromocitometrico completo.
TERAPIA
La terapia deve essere farmacologia e antibiotica ma dipende molto anche dalla fase in cui il paziente si trova quando si presenta dal medico.
La prima fase, detta anche emolinfatica, può permettersi di essere trattata in maniera meno invasiva e con farmaci meno tossici, mentre la fase neurologica richiede un intervento decisamente più aggressivo con farmaci contenenti anche derivati dell’arsenico.
PREVENZIONE
Diversamente dalla malaria non esistono vaccini da effettuare prima della partenza per luoghi a rischio e nemmeno le popolazioni autoctone, seppur abituate, sono esenti dal contrarre la malattia, anzi, la povertà, le scarse condizioni igieniche , caratterizzate da climi torridi e umidi allo stesso tempo, l’organizzazione stessa della vita di questi popoli, spesso a contatto con la natura, in case che non somigliano lontanamente a quelle in cui viviamo noi europei, villaggi colpiti dalla guerra e dalla carestia, per di più lontani dalle strutture sanitarie e spesso con una popolazione impossibilitata a spostarsi per mancanza di mezzi non fanno altro che aggravare la situazione.
L’unico rimedio su cui si sta battendo l’OMS è l’individuazione e successivo sterminio tramite la cmpagna anafricana di Eradicazione della mosca tse-tse.
La popolazione locale non sta certo con le mani in mano, sembrerebbe infatti che si sia attrezzata con trappole artigianali costituite da pannelli di colore blu (da cui sono particolarmente attratte) contenente una sacca con del veleno.
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