Oltre al fumo, l’ipertensione e il diabete, che sono fattori di rischio ben noti per l’infarto, si dovrà tenere conto da ora anche dello stress cronico. Sarebbe una maggiore attività dell’amigdala, regione del cervello associata allo stress, ad aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus. A riferirlo è uno studio americano, apparso sulle pagine di The Lancet, che ha indagato sul possibile meccanismo con cui lo stress può portare alla comparsa di malattie cardiovascolari negli esseri umani come ictus, infarto e ischemia, aprendo così la strada a nuovi potenziali trattamenti per questo tipo di patologie.
L’amigdala fa parte del cosiddetto encefalo umano, la parte profonda in cui prevalgono le emozioni basiche, come la rabbia, la paura e l’istinto di sopravvivenza, essenziale senza dubbio per la sopravvivenza di tutte le specie.
Secondo i risultati dello studio, l’attività della amigdala è associata a un aumento dell’attività del midollo osseo e dell’infiammazione delle arterie, causando di conseguenza l’aumento del rischio cardiovascolare. Più precisamente, i segnali provenienti dall’amigdala spingono il midollo osseo a produrre globuli bianchi in eccesso, che a loro volta agiscono sulle arterie, sviluppando placche e causando l’infiammazione, motivo questo dell’insorgenza di infarti e ictus. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare il meccanismo, ma questi dati clinici stabiliscono una connessione tra stress e malattie cardiovascolari, individuando così lo stress cronico come un vero e proprio fattore di rischio per le sindromi cardiovascolari
In che modo si può combattere?
In qualche modo dobbiamo difenderci dallo stress quotidiano, che è portato da situazioni lavorative e familiari e relazionali a volte insostenibili o che comunque non riusciamo a gestire. La rabbia è un campanello d’allarme, i ricercatori hanno valutato che è fortemente sconsigliato svolgere sforzi fisici eccessivi (fare attività fisica intensa, sollevare carichi pesanti ecc) in momenti in cui si è pervasi dall’ira, la probabilità che si possa andare incontro ad un infarto è molto più elevata di quanto si possa pensare. Dedicarsi ad attività green invece può essere un modo per contrastare lo stress e non deve essere visto come un consiglio scontato, partendo dal presupposto che lo stress è una perdita dell’equilibrio mente-corpo stare in mezzo alla natura (curare un animale, fare giardinaggio, passeggiare nel verde ecc) riattiva l’equilibrio perso proprio perché il mondo naturale, diversamente da noi, non subisce queste alterazioni ma si muove secondo un ritmo scandito e ben preciso.
Ovviamente ci sono anche attività come lo yoga, la mindfulness ed esercizi specifici per il corpo che possono dare sollievo in caso di stress, il collo e le spalle sono le parti del corpo colpite per prime e in maniera più intensa. E' fondamentale ritagliarsi nella giornata momenti per fare qualcosa che ci piace e ci rende soddisfatti, questo sposta la nostra attenzione dal negativo al positivo, si passa quindi da una situazione di distress ad una di eustress (stress buono).
E quando non basta? Ci sono situazioni in cui gli esercizi per il collo, camminare all’aria aperta o sforzarsi di pensare positivo non bastano, la testa è pervasa da pensieri negativi e si sente di aver perso le redini della propria vita. In questo caso un consulto psicologico potrebbe aiutare ed offrire conforto e supporto.
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