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Cibo, Emozioni e Patologia Neoplastica

Ci sono due attività che un essere umano fa appena nato: respirare e appena possibile, mangiare. Tuttavia nella storia dell'umanità l'assunzione di cibo non è legata solo alla sopravvivenza ma si inscrive all'interno di fatti culturali, sociali, economici, relazionali e antropologici. Vegetariani, carnivori, vegani, onnivori, gli esseri si suddividono in relazione al consumo prevalente di un cibo piuttosto che di un altro e la varietà e la tipologia, degli alimenti assunti, ci parlano non solo di dieta ma anche di differenti modalità interpretative del mondo e delle relazioni.

Molte persone hanno un legame equilibrato con il cibo e la masticazione; in altre, come nel caso degli anoressici e dei bulimici, questo legame è patologico e descrive un rapporto cibo/vita complesso e invalidante. In altre persone ancora questo rapporto occupa uno spazio intermedio tra normalità e patologia. E' il caso di quelle persone che adottano stili nutrizionali che la letteratura psicologica descrive come suzionale e conflittuale. Al primo caso appartengono quelle persone che mangiano con avidità, che cercano il cibo in modo affannoso, nevrotico e manifestano difficoltà a masticarlo adeguatamente; al secondo gruppo appartengono quelle persone ipercontrollate, che soffrono spesso di nausea, di vomito, che tendono ad essere disappetenti, che masticano a lungo e deglutiscono con difficoltà.

La malattia neoplastica interferisce con il comportamento alimentare per molteplici ragioni. La comunicazione della diagnosi può creare uno stato di anoressia come conseguenza dello shock; alcuni tumori del tratto oro-gatro-enterico (bocca, esofago, stomaco, colon-retto ma anche pancreas e fegato) sono direttamente responsabili della possibile alterazione dell'assunzione del cibo; infine l'alterazione del comportamento alimentare può essere secondaria ai trattamenti terapeutici principali. Nel caso di interventi chirurgici la condizione psicologica, il senso di benessere, il desiderio di mangiare e l'assorbimento delle sostanze nutritive possono essere seriamente condizionate dall'intervento stesso. Nei pazienti sottoposti a chemioterapia, molti farmaci inducono nausea, vomito, costipazione, diarrea, alterazione delle mucose e difficoltà alla masticazione.. Infine durante la radioterapia possono esserci disturbi temporanei e/o permanenti; quelli temporanei sono i medesimi indotti dalla chemioterapia mentre tra quelli permanenti si sottolineano l'alterazione dei recettori gustativi, la disfagia secondaria a processi fibrotici dell'esofago e della faringe, la stenosi e/o le fistole che possono formarsi nel tratto gastro intestinale.

Infine nell'iter terapeutico del malato oncologico, il comportamento alimentare può essere condizionato anche da problemi psicologici. In particolare l'anoressia, la nausea e il vomito anticipatori sono strettamente interagenti con sindrome depressive, ansiose, con disordini di tipo psichiatrico e in generale da emozioni come paura, rabbia, disperazione, senso di inabilità e sfiducia.

Per tutte queste ragioni una corretta, accurata e salutare alimentazione è importante in chi si trova a vivere malattie complesse come la neoplasia.

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