L’ictus cerebrale (chiamato anche colpo apoplettico o apoplessia) è un evento drammatico per chi lo ha subito e anche per i suoi congiunti. In pochi minuti una persona prima sana e vitale si ammala molto gravemente. Le conseguenze dell’ictus cerebrale, come ad esempio la paralisi o disturbi del linguaggio cambiano radicalmente tutta la situazione della vita di molti pazienti e dei loro famigliari.
Ogni zona del cervello ha un determinato compito. Se una parte del cervello è lesionata, vengono a mancare le funzioni da essa regolate. Se vengono colpite le cellule della corteccia cerebrale che regola il movimento si verificheranno dei disturbi motori come una difficoltà nella marcia o l’impossibilità a deambulare. Se vengono colpite le aree cerebrali dedicate alla funzione visiva, il paziente presenterà disturbi della vista, con una riduzione del campo visivo. E quando vengono colpite le aree cerebrali deputate al controllo del linguaggio si manifesteranno disturbi della comprensione o della espressione verbale.
Nell’immediatezza è importante che il medico che segue il paziente verifichi se l’ictus è stato causato da un infarto cerebrale ischemico o da un’emorragia cerebrale.
In questa fase si impiegano diversi metodi diagnostici, tra cui prima di tutto la tomografia computerizzata (TAC) e, successivamente, in base ai sintomi del paziente, l’ecodoppler del vasi del collo, l’elettrocardiogramma, la risonanza magnetica l’angiografia ed altri esami di laboratorio specifici.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE INTERVENIRE NELLE PRIME ORE
Nell’infarto cerebrale ischemico si dispone di una possibilità di terapia chiamata trombolisi, in cui si inietta direttamente nel circolo sanguigno un farmaco che scioglie il coagulo (o trombo) e che quindi può ripristinare il flusso del sangue. Quando la trombolisi ha successo le paralisi e altre conseguenze dell’ictus cerebrale possono in massima parte regredire. In alcuni casi scompaiono completamente. Però la trombolisi può essere efficace soltanto se la si effettua entro poche ore dall’inizio dei sintomi.
Purtroppo sono ancora molti i pazienti che arrivano troppo tardi all’ospedale e non possono beneficiare di questa terapia.
COSA VIENE DOPO?
Subito dopo gli eventuali trattamenti d’urgenza e in fase acuta dell’ictus è importante intervenire con misure di riabilitazione del paziente per il suo graduale reinserimento nella società, nella famiglia e nel mondo del lavoro.
E’ necessario ricordare che non sempre è possibile un recupero delle funzionalità iniziali e non sempre è possibile un recupero totale delle stesse ma è altresì importante conoscere dettagliatamente cosa è possibile fare per rendere la vita dei pazienti degna di essere vissuta e nel migliore dei modi.
E’ bene non dimenticarsi del fatto che un’esistenza contornata di difficoltà e limiti è molto diversa da un’esistenza impossibile o peggio da una “non esistenza”.
La riabilitazione inizia già all’ospedale. Alla degenza, se necessario, seguirà una permanenza in una clinica specializzata in riabilitazione.
Nel dettaglio, e in base alle aree colpite, la riabilitazione consiste nel re imparare ad appropriarsi delle funzionalità perse, che possono essere le capacità di linguaggio, di movimento ecc.
Ad esempio la fisioterapia e la logopedia sono tra le tecniche più utilizzate e conosciute per il trattamento del post ictus ma non le uniche, vediamone alcune meno conosciute ma altrettanto efficaci, talvolta da abbinare tra loro: