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DISTURBI D’ANSIA: approcci non farmacologici

L’ansia è un’emozione universale e rappresenta una parte necessaria della risposta allo stress: essa costituisce un meccanismo di difesa, volto ad anticipare la percezione del pericolo, prima ancora che si sia chiaramente manifestato, mettendo in moto i meccanismi fisiologici che spingono, da un lato all’esplorazione per individuare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata e, dall’altro, all’evitamento e alla fuga.

Quando non si riesce a superare positivamente una situazione di pericolo, o se allo stato d’allarme non corrisponde un pericolo reale, da affrontare e risolvere, allora l’ansia diviene una risposta sproporzionata o irrealistica, ed assume la connotazione di un disturbo psichico.

La paura invece è uno stato emotivo, che rappresenta un vero e proprio blocco, tra la mente ed il fisico, che porta ad azioni, o ad omissioni, di natura egoistica ed individuale.

Quando interviene la paura, si determina uno stato di nebbia, in cui la mente non riesce più a vedere la realtà e subentra la luce falsata e negativa della paura. Con questa luce, la mente si negativizza e comincia a vedere gli eventi esterni in negativo, cioè nella loro evoluzione più infausta e dolorosa.

Attualmente, nei disturbi d’ansia sono compresi:

  • Disturbo d’ansia da separazione
  • Mutismo selettivo
  • Fobia Specifica
  • Disturbo d’ansia sociale
  • Disturbo di panico
  • Agorafobia
  • Disturbo d’ansia generalizzato
  • Disturbo d’ansia da condizione medica
  • Altro Disturbo d’ansia specifico
  • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

I disturbi d’ansia nella nostra società sono particolarmente diffusi ed invalidanti, in quanto non rendono la persona libera, ma imprigionata dalle paure. Questo ostacola, in modo significativo la crescita di un individuo, sia sul piano individuale, che rispetto alle relazioni sociali e crea dei vissuti di disagio, che rischiano di cronicizzarsi nel corso degli anni, rendendo necessaria la somministrazione di farmaci.
Al contrario, rilevare le proprie difficoltà ed acquisire consapevolezza delle cause più profonde, permette di rompere dei circuiti viziosi, che deteminano solo sofferenza ed isolamento.

A cosa è dovuta la probabilità di soffrire più o meno di ansia?

  • Fattori ereditari. La ricerca ha dimostrato che alcune persone con una storia familiare di ansia hanno più probabilità (anche se non sempre) di sperimentare l’ansia.
  • Fattori biochimici. Le persone che soffrono più spesso di ansia, possono avere uno squilibrio di sostanze chimiche nel cervello che regolano le sensazioni e reazioni fisiche. A questo proposito sono stati effettuati degli studi sugli effetti dell’anidride carbonica sull’ansia per correggere gli squilibri e alleviare alcuni sintomi procurati dall’ansia.
  • Esperienze della vita. Alcune esperienze della vita possono rendere le persone più suscettibili all’ansia. Eventi come la disgregazione familiare, gli abusi, il bullismo a scuola, e il conflitto sul posto di lavoro possono essere fattori di stress che sfidano le risorse di coping di una persona e renderli vulnerabili all’ansia.
  • Tipo di personalità. Alcuni tipi di personalità sono più a rischio rispetto altri. Le persone più timide, con scarsa autostima, hanno probabilità superiori di incappare nelle trappole dell’ansia.
  • Stili di pensiero. Le persone con la tendenza al perfezionismo, che pretendono di avere un costante controllo delle loro emozioni, hanno maggiori probabilità di sviluppare forme di stress e angosce.
  • Stili comportamentali. Le persone che preferiscono non affrontare i problemi, che evitano di approfondire le loro paure, sono soggetti più a rischio di stati ansiosi rispetto a chi

APPROCCI NON FARMACOLOGICI

I farmaci non sono l’unica alternativa valida per contrastare queste situazioni, anche perchè a lungo termine possono rivelarsi dannosi e fare entrare il paziente in un circolo vizioso di dipendenza dal farmaco stesso.
Esistono diversi metodi efficaci per combattare i disturbi d’ansia, l’unica differenza con i farmaci è che richiedono un maggiore impegno da parte del paziente, una consapevolezza del problema e una volontà di seguire un percorso più lungo ed in maniera costante, ma supportati da personale qualificato e che crede fermamente in ciò che fa.
Vediamone alcuni:

Bodywork:
Per Bodywork si intende il lavoro corporeo, quindi un’attenzione specifica ai processi e i fenomeni corporei (il linguaggio del corpo). Si può sviluppare in molti modi e il fine ultimo è sostenere il raggiungimento di una consapevolezza corporea e quindi un maggior benessere: in questo caso lo strumento utilizzato per raggiungere la consapevolezze è il massaggio. Attraverso il tocco (con l’ausilio talvolta di oli essenziali) si invita la persona a portare l’attenzione a cosa accade a livello percettivo, sensoriale ed emotivo durante l’esperienza attraverso il sostegno del respiro.
L’obiettivo è di recuperare e sviluppare una maggiore consapevolezza di sé attraverso l’esperienza percettiva, emotiva e sensoriale, al fine di sostenere una maggiore integrazione mente-corpo e quindi un maggiore benessere psicofisico.

Mindfulness:
E’ una pratica che l’approccio scientifico occidentale ha ripreso e riadattato da antiche tradizioni meditative orientali, svincolandola da specifici significati filosofico-religiosi. La mindfulness è oggi in occidente un metodo pratico per relazionarsi in modo più efficace con stress e disagio e per rispondere alle difficoltà e ai problemi della vita di ogni giorno con maggiore flessibilità. Numerosi studi neuroscientifici dimostrano che la pratica della mindfulness ha effetti benefici per la salute mentale e fisica, influenza la rigenerazione delle cellule neuronali e, più in generale, ha effetti positivi sul funzionamento e la struttura del cervello.

Agopuntura
L'Agopuntura, l'Agopressione, l'Agopuntura vibrazionale con i diapason, la Coppettazione e la Moxibustione sono tutte tecniche di stimolazione dei punti energetici del corpo umano e hanno come scopo quello di fornire all'organismo delle informazioni energetiche che esso stesso utilizzerà per ritrovare l'equilibrio e la salute.

Biofeedback
il biofeedback si può rivelare utilissimo anche in ambito clinico. Una sessione di biofeedback dura circa 15-20 minuti e permette, a fine test, di avere un quadro abbastanza chiarificatore sulla propria salute generale. Si tratta di un sistema di tecnologia applicata alla salute che utilizza i macchinari utilizzati nei centri ospedalieri per monitorare le funzioni fondamentali del nostro organismo.
Il biofeedback è un processo finalizzato all’apprendimento dell’autoregolazione e attraverso di esso un soggetto può imparare ad influire in modo significativo sia sulle risposte fisiologiche che sono solitamente al di fuori del controllo volontario, sia su quelle che sono facilmente controllabili.

E’ comprensibile che tutte queste tecniche vanno spesso accompagnate da percorsi di psicoterapia che aiutano l’individuo ad esternare le proprie difficoltà prendendone consapevolezza.

Contatta la nostra segreteria per conoscere il metodo più adatto a te per contrastare l’ansia

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