Le patologie depressive sono abbastanza diverse tra loro e sia la diagnosi che il trattamento risultano difficili da stabilire con accuratezza.
Soffrire di una Depressione Maggiore, è diverso dall'essere distimico o ciclotimico e il Disturbo bipolare di tipo II è ancora una condizione che va gestita diversamente.
I fattori che determinano la depressione sono due e spesso risultano compresenti. Questi aumentano le probabilità di ammalarsi, ma non forniscono alcuna certezza clinica:
Non è sempre facile distinguere un “periodo difficile” dai sintomi depressivi veri e propri.
La diagnosi precoce è ostacolata molto spesso dalla vergogna e dal rifiuto per questa condizione.
L'aspetto diagnostico più importante è la pervasività dei sintomi (ovvero la costanza e la durata), ma non è detto che si manifestino tutti e allo stesso tempo.
Avendo il sospetto di soffrire di un disturbo depressivo è necessario consultare subito un medico: il medico di base per il primo approccio: di solito prescrive dei farmaci leggeri per facilitare una remissione spontanea.
Due sintomi molto evidenti sono il rimuginio, spesso confuso con il “pensare troppo”, che è invece il pensare troppo e in maniera preoccupata al futuro ed il ruminio, il pensare troppo al passato con sensazioni di rimpianto, sensi di colpa e auto colpevolezza.
E’ importante una diagnosi precoce per evitare che la malattia si acutizzi e cronicizzi.
Può sembrare strano ma anche l’alimentazione e l’attività fisica risultano fondamentali quando si soffre di depressione, non guariscono ma aiutano il paziente a non peggiorare, è importante inoltre non interrompere le attività quotidiane e la vita sociale.
Parlando di alimentazione è bene evitare alcuni cibi e bevande quali il caffè, le bevande alcoliche, i cibi molto ricchi di instamina ( pesce azzurro), tiramina (banane, formaggi, carni conservate, cioccolato ecc), glutammato (dado da brodo e zuppe pronte o liofilizzate), colesterolo e grassi saturi, acido arachidonico (arachidi).
Anche il sonno ha la sua parte. Le persone depresse soffrono spesso di problematiche legate al sonno, cercare di tenerle il più possibile sotto controllo evitando di andare a dormire troppo tardi e di assumere atteggiamenti o sostanze che possono disturbare ulteriormente il riposo notturno è una buona prassi da adottare.
LE CURE
Come abbiamo detto svolgere attività fisica regolare ma non eccessiva, avere una dieta con il giusto apporto di carboidrati e regolarizzare il sonno sono accorgimenti importanti ma da soli non bastano.
Ci sono attività rilassanti come lo yoga (pranayama), la meditazione, lo shiatsu, il catabasi, lo watsu, i training mentali e autogeni che aiutano il cervello a distaccarsi dal circolo vizioso del rimuginio-ruminio tipico della depressione.
Parlando di alimentazione anche le tisane e decotti rilassanti danno sostegno specialmente se arricchiti da oli essenziali come l’olio di iperico.
Psicofarmaci, psicoterapia, o tDCS?
Ovviamente i farmaci sono la terapia più incisiva per la depressione, spesso vanno associati a percorsi di psicoterapia; vanno sempre prescritti da un medico specialista, che sia psichiatra o neurologo e vanno assunti con regolarità e nel dosaggio indicato secondo la prescrizione, senza interruzione spontanea.
Psicoterapia
La psicoterapia è quel percorso introspettivo in cui una persona, incontra uno psicoterapeuta con l’obiettivo di superare un blocco interno che impedisce a ciascuno di svolgere una vita completa ed appagante. Può trattarsi di un blocco o un disagio che si ripercuote sul piano del comportamento, delle relazioni, del lavoro, della salute fisica, ma in ogni caso si tratta di una condizione esistenziale che limita in modo significativo la capacità di utilizzare a pieno le proprie risorse, capacità, potenzialità e quindi soddisfare i bisogni di quella persona.
La psicoterapia è anche una grande opportunità di crescita, è un processo di comprensione di sé, di come si da significato alla realtà e a sé. Ognuno di noi tende infatti a confermare degli schemi mentali interiorizzati su se stessi e gli altri, senza darsi l’opportunità di cogliere il significato autentico di quello che si prova veramente. Si tende dunque ad attivare dei modi di fare automatici come frutto di pensieri automatici che possono limitare il modo di rapportarsi a sé, alla vita, agli altri.
Comprendere questi schemi aiuta a mettere in discussione il proprio modo di vedere e agire che spesso può essere motivo di disagio e malessere. Un proficuo percorso di psicoterapia permette così di sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio modo di essere e di funzionare. Di conseguenza si diventa capaci di operare scelte coraggiose verso la propria autentica realizzazione, personale, affettiva, sociale, lavorativa. Si tratta cioè di un potenziamento di se stessi oltre che di un superamento di problemi.
Cos’è la tDCS?
La Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta o tDCS, è una delle tecniche di stimolazione non invasiva più utilizzate in neuroriabilitazione.
Si tratta di una tecnica di neuromodulazione che consiste nella applicazione di correnti deboli, direttamente sullo scalpo e pertanto può interagire con l’attività del tessuto cerebrale sottostante. Il suo principale effetto è quello di modificare il potenziale elettrico della membrana cellulare.
L’applicazione della tDCS ai pazienti è molto semplice ed è un processo indolore.
Vengono applicati alcuni elettrodi sullo scalpo, in sedi diverse a seconda dell’effetto che si desidera ottenere; gli elettrodi sono collegati ad un piccolo dispositivo portatile che eroga correnti a bassa intensità.
In campo psichiatrico la Depressione è senza dubbio la patologia che più frequentemente trova indicazione alla tDCS e storicamente è stata uno dei primi disturbi in cui sono state applicate con successo le tecniche di neurostimolazione. Il razionale dell’applicazione di queste tecniche si basa sulla consapevolezza che nei pazienti depressi esista una asimmetria funzionale e strutturale della corteccia cerebrale prefrontale dorso-laterale destra e sinistra. Lo scopo della neurostimolazione è quello di “normalizzare” lo squilibrio che esiste nella attività neuronale dei due emisferi cerebrali nelle aree considerate.
Sicuramente le reali potenzialità di queste tecniche e i meccanismi fisiologici che ne mediano gli effetti, sono ancora oggi oggetto di studio e di ricerca scientifica, ma le attuali indicazioni internazionali ne suggeriscono l’applicazione in modo sicuro, indolore, efficace e controllato in molte aree terapeutiche e riabilitative.
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