Il termine ictus e i suoi numerosi sinonimi (colpo apoplettico, attacco apoplettico, infarto cerebrale, stroke) indicano una perdita di funzione del cervello, causata da un insufficiente apporto di sangue a un'area più o meno estesa dell'organo.
Secondo la definizione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per ictus si intende la rapida comparsa di segni e/o sintomi, riconducibili ad una perdita di funzione cerebrale (focale o globale), che hanno una durata superiore alle 24 ore; tali sintomi non devono essere attribuibili ad altre cause apparenti diverse dall'origine vascolare.
L’ictus ha una incidenza molto elevata. Rappresenta la terza causa di morte nei paesi industrializzati e una delle principali cause di disabilità. In Italia si verificano più di 200.000 casi ogni anno.
L'ictus insorge quando il rifornimento di sangue diretto al cervello si interrompe del tutto o si riduce in larga parte. Tale situazione può instaurarsi a causa di un'embolia, di una trombosi o di un'emorragia cerebrale. Quest'ultima condizione, più rara rispetto alle precedenti, è spesso mortale.
QUALI SONO I SINTOMI DELL’ICTUS?
I sintomi sono diversi e dipendono da fattori differenti, come la gravità dell'ictus, l'area di cervello colpita, le cause ecc; lo stesso dicasi per le complicazioni. La sintomatologia può comprendere disturbi del movimento, della sensibilità, della vista, del linguaggio o del comportamento e può essere più o meno reversibile nel breve periodo, mentre le conseguenze a lungo termine possono essere solo parzialmente corrette da un'adeguata riabilitazione.
FATTORI DI RISCHIO
I principali fattori di rischio sono rappresentati dall'ipertensione, dall'aterosclerosi, dall’ipercolesterolemia, dal fumo di sigaretta e dall'abuso di alcool; non a caso, quindi, l'ictus è più frequente negli uomini rispetto alle donne e nei più nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo.
I fattori di rischio, connessi alla comparsa di un ictpossono distinguersi in due categorie: i fattori di rischio potenzialmente trattabili e i fattori di rischio non trattabili. Per fattori di rischio potenzialmente trattabili s'intendono tutte quelle situazioni per le quali esiste un rimedio, farmacologico o di tipo comportamentale. Per esempio, l'ipertensione cronica (una dei principali fattori di rischio di ictus) può essere trattata sia mediante farmaci ipotensivi sia adottando un sano stile di vita (dieta iposodica e movimento). Per fattori di rischio non trattabili, invece, s'intendono alcune caratteristiche del paziente non modificabili, come per esempio l'età, la razza, la predisposizione genetica ecc.
RIABILITAZIONE
La riabilitazione, per un paziente colpito da ictus, è un passaggio fondamentale e obbligato. Senza di essa, infatti, il recupero di alcune facoltà (di tipo motorio, di linguaggio, di equilibrio ecc.) non sarebbe possibile. Il percorso riabilitativo restituisce forza e coordinazione al malato e talvolta gli consente di tornare a una vita indipendente. Ovviamente, il recupero non è uguale per tutti: pazienti con ictus gravi meritano molte più attenzioni e non è detto che recuperino tutte le loro funzioni motorie o di linguaggio; viceversa, pazienti con ictus meno gravi hanno maggiori probabilità di riprendersi.
GLI SPECIALISTI DELLA RIABILITAZIONE
Gli specialisti, che si occupano di un paziente colpito da ictus, sono diversi: si va dal neurologo al logopedista, dal fisioterapista al dietologo, dal fisiatra allo psichiatra. L’intervento coordinato da parte di determinati esperti, dipende dall'area di cervello colpita. Infatti i deficit post-ictus possono essere diversi e richiedono percorsi terapeutici e riabilitativi specifici.
PREVENZIONE
In generale, infatti, i livelli di prevenzione sono tre: primaria, secondaria e terziaria. La prevenzione primaria della malattia è quella in assoluto più importante per ridurre l’incidenza di patologia e si attua mediante il controllo dei fattori di rischio e in particolar modo dei valori pressori, adottando uno stile alimentare equilibrato e alla pratica regolare di attività fisica. La prevenzione secondaria si basa invece sulla diagnosi precoce e sulla terapia chirurgica, farmacologica e comportamentale delle condizioni patologiche predisponenti. Infine, la prevenzione terziaria è rivolta a quei soggetti che hanno già subito un ictus ed hanno un rischio di recidiva piuttosto alto; anche in questi casi, il trattamento si avvale di misure comportamentali di carattere generale, farmacologiche (in genere anti-aggreganti piastrinici e anticoagulanti) e chirurgiche.