Un disturbo dell’equilibrio determina una sensazione di instabilità o capogiro. Se ad esempio si è in piedi, seduti o sdraiati, ma in ogni caso fermi, può sembrare di essere in movimento, di girare o di fluttuare. Se si sta camminando, improvvisamente può sembrare di rovesciarsi.
Un breve capogiro occasionale capita a tutti, ma la parola vertigine può avere significati diversi per soggetti differenti: per alcuni individui vertigine potrà significare una fugace sensazione di svenimento, mentre per altri magari consisterà in un’intensa sensazione di rotazione (la vera e propria vertigine) perdurante nel tempo.
Le possibili cause alla base del sintomo sono varie e possono includere:

  • malattie sistemiche,
  • farmaci,
  • disturbi a livello dell’orecchio,
  • disturbi del sistema nervoso

La presenza costante di vertigini, a prescindere dalla causa scatenante, ha spesso un impatto molto forte a livello sia emotivo che psicologico e si raccomanda quindi di non sottovalutare o trascurare mai il sintomo. Si distinguono due tipi di vertigini:
  • Vertigini periferiche: Sono causate da un danno collocabile nell’apparato vestibolare dell’orecchio, sede del senso dell’equilibrio; hanno in genere un esordio improvviso e violento e tendono a persistere in modo più o meno costante nel tempo. Il paziente descrive la sensazione come una rotazione di una giostra che gira in modo rapido, causando quindi anche nausea e vomito, e spesso non riesce a stare in piedi.
  • Vertigini centrali: In questo caso il paziente avverte la sensazione di un’oscillazione laterale, ma l’effetto è più leggero e va incontro ad alterazioni dell’intensità nel tempo. Non causano nausea.

In ogni caso il paziente deve essere consapevole che l’approccio deve essere multidisciplinare con la collaborazione di neurologi, Otorinolaringoiatri, fisiatri e fisioterapisti, perché spesso coesistono più cause della vertigine che vanno trattate con approcci diversi, farmacologici, fisici, strumentali.

Top